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Siamo al 27 e 28 giugno 1944 e questo è un dialogo immaginario tra Léon Blum e Georges Mandel, consegnati dal regime di Pétain ai Tedeschi e internati in una casupola annessa al campo di concentramento di Buchenwald. Lì hanno vissuto insieme quasi quattordici mesi, a partire dalla primavera del 1943.